Un solo pianeta, miliardi di storie da raccontare

Palazzo Francavilla

nel centro di Palermo

A cura di RITA RUSSO

fotografie di RITA RUSSO

ITALIA – PALERMO

Tra le dimore storiche nobiliari che popolano il ricco centro della città di Palermo, Palazzo Francavilla è uno degli esempi culturali più rappresentativi e ben conservati del periodo settecentesco e di quello Liberty palermitano.

Rita Russo Photography

Il palazzo

Il palazzo, cui si accede dalla centralissima Via Ruggero Settimo e fa angolo con Piazza Verdi, affacciandosi sullo spettacolare Teatro Massimo che su di essa insiste, fu realizzato nel 1783 nella campagna palermitana da Ignazio Barone, commerciante di pellame. Pochi anni dopo, venne acquistato da Saverio Oneto, Duca di Sperlinga, nobile aristocratico del tempo, vicinissimo al re Borbone di Napoli, che per motivi di salute fu costretto a lasciare il suo palazzo di città per trasferirsi in campagna, al di là di Porta Maqueda.

Rita Russo Photography
Rita Russo Photography
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Per decorare la sua nuova dimora e non rinunciare al lusso al quale era abituato, il duca chiamò i più importanti esponenti del panorama artistico di fine Settecento, come Giuseppe Velasco, Natale Carta e Giuseppe Patania, per affrescare i tetti dei saloni del piano nobile, che furono arredati con i più importanti mobili della sua vecchia abitazione cittadina, rendendo così l’originaria modesta costruzione di campagna uno dei palazzi nobiliari più eleganti e degni di ospitare importanti esponenti della nobiltà mondiale al pari di quelli cittadini.

Nel 1893, Luigi Majorca Mortillaro, Conte di Francavilla ed erede dei Duchi di Sperlinga, si impegnò a ripristinare tutte le strutture del palazzo che avevano subito gravi danni, sia durante i moti del 1860 e le insurrezioni del 1866, sia per un abbassamento del livello stradale causato dal riassetto delle vie su cui il palazzo stesso prospiceva. Per fare ciò il conte chiamò l’architetto Ernesto Basile, uno dei massimi esponenti del Liberty palermitano, impegnato in quel periodo nella realizzazione del Teatro Massimo, per rifare la facciata del palazzo e ridefinire la disposizione interna degli ambienti secondo i canoni del tempo. Basile, così, non si limitò al rifacimento della facciata, ma si dedicò anche all’arredo di alcuni ambienti dell’imponente piano nobile, realizzando i mobili della sala d’ingresso, le vetrine che custodiscono gli abiti degli uomini e delle dame della famiglia Francavilla e, soprattutto, disegnò la Biblioteca Majorchiana, in cui gli eleganti scaffali e i decori furono realizzati dalla ditta Ducrot, la stessa che curò la realizzazione degli arredi del Teatro Massimo.

I numerosi volumi raccolti sugli imponenti scaffali in legno, che trattano per lo più di storia, musica e religione di argomento siciliano, sono ornati da ex libris dove sono incise le armi dei Duchi di Sperlinga e dei Marchesi di Villarena.

Le volte dei saloni di rappresentanza, disposti secondo una classica enfilade, furono decorati da Rocco Lentini, Luigi Di Giovanni e Giuseppe Enea, considerati gli artisti più in vista del periodo; i saloni sono oggi abbelliti da dipinti, maioliche e mobili del periodo compreso tra il XVII e il XIX secolo.

Anche il suggestivo giardino d’inverno, dipinto da Giuseppe Enea, che costituisce uno degli esempi floreali più riuscito del Liberty palermitano, insieme alla terrazza che si trova sullo stesso piano e si affaccia su uno degli atri del palazzo, sono abbelliti da arredi disegnati da Basile.

La possibilità di ammirare i ricchi ambienti del piano nobile di questo antico palazzo e le opere d’arte in essi custoditi, viene oggi offerta dagli attuali proprietari, la famiglia Pecoraro, che ancora oggi lo abitano e, mantenendolo in perfetto stato di conservazione, consentono ai visitatori competenti la possibilità di fare un tuffo nel passato immergendosi nell’atmosfera che si viveva a Palermo nel Settecento e nell’elegante e fascinoso periodo Liberty.

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