A cura di ADRIANA OBERTO
Fotografie di CLAUDIO PAPPALARDO, MAURIZIO ANFOSSI, SAMUELE SILVA
Italia, TORINO – TO
Il primo Salone del Vermouth si è svolto a Torino nel weekend del 24 e 25 febbraio 2024 nella location di eccezione del Museo del Risorgimento.
Al salone è stata affiancata una settimana di eventi, masterclass e degustazioni Vermouth che ha coinvolto la città sabauda.
Il 24 e 25 febbraio 2024 la cornice storica di Palazzo Carignano, situato nel cuore della città, ha offerto un’ambientazione unica e suggestiva per il Salone del Vermouth. Il Museo del Risorgimento, che conserva memorie e cimeli legati all’unità d’Italia, ha creato un’atmosfera di eleganza e storia che si è sposata perfettamente con il fascino intrinseco del Vermouth. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di degustare le migliori produzioni di questo liquore, immersi nella bellezza architettonica di uno dei luoghi più emblematici della città.
E’ stata un’occasione imperdibile per scoprire e assaporare le creazioni delle grandi aziende del settore, famose a livello internazionale per la qualità dei loro prodotti.
Inoltre l’evento non si è limitato alle etichette già affermate: i piccoli produttori hanno avuto la possibilità di presentare le loro creazioni artigianali, offrendo un’affascinante varietà di sapori e profumi.
Una serie di seminari e workshop tenuti da esperti del settore ha fornito approfondimenti sulla storia del Vermouth, le tecniche di produzione e gli abbinamenti gastronomici, arricchendo così la conoscenza di tutti i partecipanti.
Fuori da Palazzo Carignano, il Circolo dei Lettori, con la sua atmosfera culturale, Eataly, il tempio dell’enogastronomia italiana, e La Nuvola Lavazza, un luogo di innovazione e design, sono state solo alcune delle tappe che hanno arricchito l’esperienza dei partecipanti, offrendo un connubio unico tra cultura, gusto e tradizione.
COS’È IL VERMOUTH
Il Vermouth è un tipo di vino aromatizzato, il cui sapore è arricchito con vari botanici come erbe, spezie e radici. La caratteristica distintiva del Vermouth deriva dalla presenza di Assenzio (Artemisia Absinthium), che è un ingrediente tradizionale insieme ad altri come camomilla, cannella, chiodi di garofano, coriandolo, scorza d’arancia, e molti altri, a seconda della ricetta specifica.
Originario della regione del Piemonte in Italia, il Vermouth fu prodotto per la prima volta industrialmente (e non propriamente “inventato”) nel 1786 a Torino da Antonio Benedetto Carpano, che scelse questo nome riadattando il termine Wermut, che in tedesco indica l’artemisia maggiore. Se in realtà quello che conosciamo noi è opera di Carpano, l’erborista piemontese attingeva da una tradizione antica. Infatti, esistono racconti secondo i quali Ippocrate fosse solito consumare l’Ippocrasso, un vino arricchito con erbe, spezie e miele — pratica diffusa anche nella Grecia e nella Roma antica. Analogamente, nella Germania del 1600, si preparava un vino infuso con erbe e assenzio (noto come “Wermouth” in tedesco), che tuttavia non veniva venduto ma solo consumato privatamente. Più avanti, nel XVIII secolo, un italiano di nome Villifranchi menzionò questo tipo di vino nel suo scritto “Oenologia toscana” del 1773, suggerendo che il Vermouth potesse avere origini toscane. Tuttavia, fu a Torino che Carpano ne iniziò la produzione su larga scala, contribuendo alla sua diffusione soprattutto tra il Piemonte e la Francia.
Contesto storico
Dopo l’inizio della guerra di successione spagnola nel 1701, conflitto che oppose Francia e Inghilterra, quest’ultima affrontò difficoltà nell’importazione di vino francese. Di conseguenza, nel 1703, fu firmato il trattato di Methuen tra Inghilterra e Portogallo, stabilendo accordi politici, militari e commerciali, che favorirono l’importazione di vini liquorosi portoghesi in Inghilterra in cambio dell’esportazione di tessuti inglesi in Portogallo.
Questi vini, monopolio commerciale degli inglesi, riscossero grande successo in Europa, apprezzati soprattutto dalle donne per il loro gusto dolce e per il simbolismo antifrancese. Tale situazione favorì la diffusione di prodotti locali come il Marsala, oltre a incentivare nuovi esperimenti, tra cui il vermut.
Il Vermouth si distinse per l’uso di vini giovani ad alta gradazione, arricchiti con un mix di erbe aromatizzanti che ne imitavano le qualità dell’invecchiamento. La bevanda guadagnò popolarità per la sua piacevolezza e i bassi costi di produzione, diventando rapidamente diffusa in tutta Europa.
Oggi, il Vermouth è prodotto in molte parti del mondo, con la Francia e l’Italia che rimangono i principali paesi produttori, ciascuno con le proprie tradizioni distintive e profili di gusto. La crescente popolarità dei cocktail artigianali ha rinnovato l’interesse per il Vermouth, portando alla sperimentazione e all’emergere di marchi artigianali che offrono un’ampia gamma di sapori innovativi e complessi.
Esistono principalmente due tipi di Vermouth: Rosso (o dolce) e Bianco (o secco), con il rosso che tende ad essere dolce e caramellato, mentre il bianco è notevolmente più secco e amaro. Oltre a questi, ci sono variazioni come il Vermouth Rosé e varietà più amare e aromatiche come il Vermouth Extra-Dry e il Vermouth Bianco Amaro.
Tra i vari produttori presenti al Salone, quattro ci hanno rilasciato una breve intervista, descrivendo il loro prodotto.
Franco Cavallero è a capo sia di Franco Cavallero Spiriti che delle Cantine Sant’Agata, che è l’azienda che ha segnato l’inizio di questa avventura nel mondo del vino e dei distillati di vino. La produzione si concentra sul Ruchè, un vitigno che l’azienda ha cominciato a coltivare nel 1958 e che oggi copre una superficie di sette ettari. Con l’obiettivo di creare un Vermouth di Torino Superiore, è stato scelto proprio il Ruchè come vitigno principale. Questo passa prima per un affinamento in legno e successivamente in barriques, per conferirgli caratteristiche uniche. Il Vermouth di Torino Superiore è arricchito anche dalle botaniche coltivate direttamente in azienda, la quale dedica una parte degli spazi disponibili alla coltivazione, in particolare, di varietà di Artemisia, in particolare di assenzio, che costituisce il 30% delle erbe utilizzate, oltre a molte altre piante che contribuiscono a creare un prodotto ricco e complesso.
Elite Spirits ha lanciato sul mercato il suo Vermouth “Il Reale” nel 2017, il che la rende una realtà piuttosto recente nel panorama del Vermouth italiano. “Il Reale”, concepito come omaggio a un distinto membro della famiglia Savoia, il Principe Serge di Jugoslavia, che ha permesso alla casa di fregiarsi del suo stemma, è frutto di una produzione selettiva che include quattro varianti di Vermouth, oltre ad alcuni liquori. Utilizzando come base un vino Cortese, il Vermouth Bianco raggiunge i 17 gradi alcolici e si caratterizza per l’uso di circa venti diverse componenti botaniche, tra cui spiccano coriandolo, cardamomo e macis, arricchiti da tre varietà di assenzio.
Per quanto riguarda il Vermouth rosso, invece, questo è arricchito da caramello e da una selezione di botaniche tra cui china, rabarbaro e cannella, con il rabarbaro a dominare il profilo aromatico perché conferisce un aroma particolarmente invitante. L’offerta si completa con un Vermouth superiore, una riserva prodotta in edizione limitata con Nebbiolo e, a seconda delle annate, con Barolo, rendendolo un prodotto esclusivo con produzioni limitate.
L’azienda Gran Torino Moncalieri è stata istituita nel 1861 da Riccardo Ferrero, che, pur condividendo il nome con la famosa marca di cioccolato, non ha alcun legame con essa. Gran Torino Moncalieri ha ottenuto la terza licenza nazionale per la produzione e commercializzazione di Vermouth. Fin dalla sua fondazione, nel corso dei primi quarant’anni, l’azienda ha guadagnato riconoscimenti internazionali, tra cui premi all’Expo Universale in Guatemala, negli USA e in Germania, grazie all’utilizzo esclusivo di Moscato DOCG per i suoi Vermouth. Offre una gamma di quattro Vermouth: un Rosso, un Bianco, un Extra-Dry e un Superiore Gran Torino. Il Bianco si distingue per la sua marcata dolcezza e le note aromatiche di frutta esotica e fiori, risultando estremamente gradevole. L’Extra-Dry, il prodotto più articolato dell’azienda, comprende sessanta diverse specie di erbe ed è notevolmente asciutto, fungendo da cocktail già pronto.
Il Rosso, invece, presenta un mix seducente di arancia amara, dolce e un tocco di cannella, offrendo intensità e piacere sia come aperitivo sia come base per cocktail classici come il Milano-Torino e il Negroni. Il fiore all’occhiello dell’azienda è il Vermouth Rosso Superiore “Gran Torino”, che matura per sei mesi in botti di rovere francese e incorpora una selezione di artemisia piemontese, romana e pontica, arricchita da note di sandalo, offrendo una forte intensità e una texture vellutata. Questo prodotto rappresenta l’eccellenza dell’azienda per la sua persistenza e importanza.
Mancino Vermouth ha sede a Canelli, nel cuore del Piemonte. La loro offerta si articola in una gamma ampia che comprende i tre classici – Secco, Bianco, e Rosso – oltre a tre speciali edizioni limitate: Chinato, Sakura, e Kopi — queste ultime create come tributo alle culture orientali, riflettendo l’esperienza ventennale del fondatore Giancarlo Mancino in Asia. L’intenzione è quella di fondere sapori e tradizioni orientali con quelli italiani. Nel Sakura, per esempio, l’infusione unisce i fiori di ciliegio di Kyoto con la Viola Toscana, mentre il Kopi valorizza il caffè indonesiano.
La base di tutta la linea classica è un Trebbiano di Romagna, un vino bianco italiano caratterizzato da un’elevata acidità e un ricco bouquet. A questo viene aggiunto zucchero di barbabietola e una selezione di tre diverse Artemisie (pontica, romana e gentile), scelte per le loro peculiarità in termini di dimensioni fogliari, amarezza e aromaticità, creando così un mix bilanciato e rispettoso delle normative.
Un’eccezione nella gamma è rappresentata dal Chinato, che si distingue per la sua base di Barbera d’Asti, un vino rosso noto per i suoi robusti tannini e la profondità di sapore. Questo Vermouth, quindi, non è soltanto un chinato per il suo amaro accentuato dato dalla china Calissaia, ma è arricchito anche dalla complessità botanica delle Artemisie, dalla Genziana e dallo zucchero, risultando in un prodotto di notevole competitività sul mercato. La produzione avviene nello stabilimento di Canelli.
GiroInfoto ringrazia Eat Bin e il Museo del Risorgimento per l’accoglienza a questo evento.