A cura di ADRIANA OBERTO
Fotografie di Adriana Oberto
Italia, TORINO – TO
Si è da poco conclusa “shapINside” – Sculture di Rabarama a Palazzo Bricherasio, Torino. La mostra, inaugurata il 4 marzo scorso, era stata prorogata fino fino al 6 settembre, dato il grande interesse riscontrato.
shapINside
La personale dell’artista Paola Epifani, in arte Rabarama, è stata curata da Daniela Magnetti in collaborazione con PhilART, e ha interessato l’atrio delle carrozze del palazzo, oltre alle prestigiose sale auliche del primo piano.
Il titolo, che unisce in modo fluido i termini “shaping” (il gesto dell’artista che modella la materia) e “inside” (all’interno), suggerisce una nuova interpretazione della scultura come espressione interiore. La ripetizione di questo neologismo possiede una qualità ritmica che crea una complicità ipnotica, permettendo allo spettatore di superare la percezione della materia.
Pronunciando più volte “ShapINside” sottovoce, si percepisce una circolarità sonora, dove le lettere “I” e “N” enfatizzano sia l’accento centrale di questa circolarità, sia l’idea del mondo interiore della forma. Il dinamismo del movimento si contrappone alla staticità della materia, che richiede un’abile modellazione per trasformarsi in corpi armoniosi e carichi di emozioni.
La scultura di Rabarama offre molteplici interpretazioni, tutte caratterizzate da una forte potenza espressiva, come hanno dimostrato le 14 opere esposte.
le Sculture
Le sculture di Rabarama sono principalmente in bronzo dipinto; ad esse se ne affiancano alcune (una era presente in mostra) in marmo di Carrara. Esse nascono attraverso un processo molto particolare, che combina tecniche antiche con la visione moderna dell’artista. Tutto inizia con la lavorazione dell’argilla: Rabarama modella l’argilla, dando forma a ciò che ha già nella mente e che le sue mani seguono guidate dal cuore. Una volta ottenuta la forma desiderata, l’argilla viene portata in fonderia per la fusione in bronzo. Il bronzo grezzo così ottenuto torna poi nell’atelier dell’artista, dove Rabarama, insieme al suo team, dipinge manualmente ogni opera.
Le sue sculture, ognuna con modelli e motivi diversi, riflettono ispirazioni che spaziano dalle posizioni yoga all’arte orientale, passando per elementi intimi e personali della sua esperienza come donna. Il bronzo, una volta fuso, emerge “nudo” dalla fonderia, e solo in seguito viene “tatuato” dall’artista, con decorazioni fatte a mano che rendono ogni opera unica.
Rabarama non si limita a creare forme statiche, ma attraverso la scultura cerca di comunicare come il corpo, pur essendo intrinsecamente statico, possa esprimere un incredibile dinamismo. Ogni scultura è un dialogo tra la durezza del bronzo e la morbidezza apparente delle forme, una contrapposizione che rende le opere affascinanti e quasi vive. I colori, i simboli e la plasticità delle sculture invitano l’osservatore a toccare, accarezzare e interpretare la gestualità del corpo, che, pur essendo profondamente personale, comunica emozioni universali.
In questo contesto, Rabarama lascia che siano gli occhi e il cuore a guidare lo spettatore nell’interpretazione delle sue opere, invitandolo a cogliere la loro essenza.
Le sue creazioni, pur avendo un numero di tiratura, rimangono pezzi unici, in quanto, sebbene l’originale in bronzo venga replicato per il numero di tirature indicato (che rimane in ogni caso molto basso), ogni opera viene in seguito dipinta a mano e questo rende ogni esemplare diverso dagli altri.
L'emozione che un'opera suscita è ciò che conta davvero e l'arte di Rabarama
offre un'esperienza sensoriale e riflessiva che va oltre l'apparenza visiva.
RABARAMA
Paola Epifani, nata nel 1969, vive e lavora a Padova, dove crea sculture e dipinti raffiguranti uomini, donne e creature ibride. Le sue opere sono caratterizzate da superfici decorate con simboli, lettere, geroglifici e altre figure in varie forme. Questo rivestimento, simile a una membrana, sembra avvolgere le figure e si arricchisce costantemente di nuovi segni, simboli e metafore. L’alfabeto utilizzato da Rabarama rappresenta il limite interno del linguaggio e riflette la nostra natura di entità singolari e plurali, secondo la filosofia di Jean-Luc Nancy. I geroglifici, i puzzle e le strutture a nido d’ape visualizzano il genoma umano e le infinite combinazioni di varietà possibili, incarnando la complessità dell’io nei labirinti mentali.
Nel corso della sua carriera artistica, segnata da numerosi successi, Rabarama ha partecipato alla 54ª Biennale di Venezia nel 2011, esponendo l’opera monumentale “Abbandono“, realizzata interamente in marmo di Carrara. Le sue opere sono state esposte in prestigiose città come Parigi, Firenze, Cannes, Miami e Shanghai. Inoltre, molte delle sue opere sono state acquisite da importanti istituzioni pubbliche e private, tra cui il Museo d’Arte della Biennale di Pechino, lo Sculpture di Shanghai e il Copelouzos Museum di Atene. Da non dimenticare le tre opere monumentali acquistate dal Comune di Reggio Calabria, esposte sul lungomare Falcomatà. Nel 2015, Rabarama ha vinto un concorso internazionale indetto dal Comune di Vallo (Lucania), dove ha realizzato “Leud“, la più grande opera in marmo mai creata dall’artista, attualmente esposta nel suggestivo centro storico della città.
Palazzo Bricherasio
Palazzo Bricherasio, un edificio storico del Seicento ha attraversato diverse fasi di proprietà e prende il nome dall’ultima famiglia che vi ha abitato, i Cacherano di Bricherasio, di cui è possibile vedere lo stemma un po’ ovunque su porte e soffitti. Le sale auliche del palazzo costituivano gli appartamenti privati.
Il palazzo ha sempre mantenuto una forte vocazione culturale. Dal 1995 al 2009 è stato sede della Fondazione Palazzo Bricherasio. Nel 2010, il palazzo è stato acquisito da Banca Patrimoni e Sella, che si impegna, tramite la sua Direzione Artistica, presieduta dalla dott.ssa Daniela Magnetti, a mantenere e rafforzare il legame con la città e la cultura, promuovendo attività che creano spazi di visibilità per l’arte attraverso mostre e iniziative non solo a Palazzo Bricherasio, ma anche in altre località italiane, nonché a promuovere progetti sociali in cui l’arte diventa un mezzo per favorire la crescita e l’inclusione.
In passato, lo spazio ora destinato alle mostre era utilizzato come parcheggio per le carrozze, che venivano disposte in questi emicicli chiamati esedre. Oggi, l’obiettivo è mantenere il palazzo il più aperto possibile, ospitando mostre d’arte contemporanea che si alternano ciclicamente. Vengono organizzate due o tre esposizioni all’anno per tenere aperte le porte di questo palazzo storico torinese e, quando possibile, permettere al pubblico di visitare anche le sale storiche, ora utilizzate per le attività bancarie.
Vi abbiamo parlato di Palazzo Bricherasio nel N.67 della nostra rivista.
philART
La collaborazione di Rabarama con PhilArt srl incomincia nel 2022. Si tratta di una società nata dalla passione per l’arte, intesa non solo come espressione di bellezza che nutre l’anima, ma anche come strumento di crescita culturale e inclusione sociale. Insieme, hanno formato un sodalizio per diffondere a livello internazionale una filosofia artistica che vede l’arte non solo per il suo valore estetico, ma anche per la sua straordinaria capacità di generare benessere psicofisico, essenziale per ogni individuo.
In questo contesto e in riferimento a questa mostra, sono stati organizzati laboratori di arteterapia all’interno delle sale espositive, con l’obiettivo non di imitare ma di interpretare le posizioni delle sculture esposte, cercando di sentirle e viverle interiormente. Durante questi laboratori, si è lavorato con ragazzi disabili provenienti dall’ambito della neuropsichiatria, concentrandosi sui tatuaggi e sulle forme presenti sulle sculture. Da questo lavoro sono emersi significati e simboli anche imprevisti. Uno degli aspetti più affascinanti è il contrasto tra l’arte contemporanea e l’approccio terapeutico, che permette di esplorare nuove interpretazioni e connessioni emotive attraverso l’interazione con le opere.
Desideriamo ringraziare la dott.ssa Daniela Magnetti e la dott.ssa Gaia Griseri della Direzione Artistica di Banca Patrimoni e Sella per l’accoglienza e la visita guidata.