A cura di RITA RUSSO
fotografie di RITA RUSSO
italia, Bagheria – PA
La particolarissima ed eccentrica Villa Palagonia si trova a Bagheria, comune appartenente alla città metropolitana di Palermo.
Nel corso dei secoli è stata meta ed ispirazione di scrittori – a cominciare da Goethe.
Bagheria
L’abitato di Bagheria, sito a pochi chilometri da Palermo, iniziò a prendere forma nella seconda metà del Seicento su un’area considerata salubre estensione della Conca d’oro e per questo scelta da molti nobili come sede per la realizzazione di ricchi e sontuosi palazzi e di dimore per la villeggiatura.
la villa
É il caso di Villa Palagonia, la cui costruzione iniziò nel 1715, su progetto dell’architetto Tommaso Maria Napoli, frate domenicano, per volere di Don Francesco Ferdinando I Gravina Crujllas, IV principe di Palagonia, per essere poi terminata, nel 1749, dal nipote Francesco Ferdinando II Gravina, VI principe di Palagonia, conosciuto come il “Negromante”. Quest’ultimo manifestò tutta la sua eccentricità realizzando la decorazione che adorna i muri esterni dei corpi bassi, il giardino e il viale di accesso alla villa, rendendo quest’ultima differente da tutte le altre nobili dimore realizzate nella zona e facendole guadagnare l’appellativo di “Villa dei mostri”. La decorazione è, infatti, costituita da statue in “pietra tufacea d’Aspra” (calcarenite) raffiguranti animali fantastici, figure antropomorfe, statue di dame e cavalieri, musicisti e caricature varie, la cui originaria espressione è stata resa più marcata dall’azione erosiva degli agenti atmosferici sulla tenera roccia calcarenitica.
La villa suscitò non solo l’interesse di Goethe che la visitò durante il Grand Tour d’Italia nella sua tappa siciliana, ma anche quello di tanti altri scrittori che hanno tratto ispirazione dalle storie che si raccontano su di essa e sul suo eccentrico padrone.
Delle duecento statue esistenti inizialmente nella villa, oggi ne sopravvivono solo sessantadue. Le altre furono rimosse o vendute da colui che godette della proprietà dopo il Negromante, ossia il fratello Salvatore Gravina, che, inoltre, ristrutturò parte della villa stessa in stile neoclassico, affiancandolo a quello barocco originario, riscontrabile in gran parte dell’edificio.
Descrizione
La struttura della villa evidenzia un corpo centrale, privo di cortile interno, i cui elementi speculari si rapportano all’asse baricentrico del viale di accesso ad essa.
Il piano terra è attraversato al centro da un passo carraio che consente di raggiungere direttamente i lati opposti della villa.
Spettacolare e particolare è lo scalone a doppia rampa, in prezioso marmo di Billiemi, sotto il fastoso principesco stemma della famiglia Gravina, dal quale si accede al piano nobile della dimora. In esso, un vestibolo ovale in stile neoclassico separa gli ambienti privati a sinistra, caratterizzati da una enfilade di stanze, da quelli di rappresentanza a destra. Tra questi spicca un grande salone delle feste, denominato “Sala degli specchi“, per il suo soffitto che ne è interamente ricoperto, caratterizzato oltre che da un settecentesco pavimento in marmo policromo, anche da pareti riccamente decorate da affreschi, marmi e vetri colorati, tra i quali emergono numerosi bassorilievi raffiguranti sia illustri personalità delle case regnanti d’Europa, sia vari componenti della principesca famiglia Gravina. Dall’ampio salone si accede, infine, alla cappella gentilizia e alla sala del biliardo.
Nel 1885 la villa fu acquistata dalla famiglia Castronovo ed è grazie ai suoi eredi che oggi è possibile visitare una delle più straordinarie testimonianze del barocco Europeo in Sicilia.